Giornata internazionale per la commemorazione della tratta degli schiavi e la sua abolizione
Nella notte tra il 22 e il 23 agosto del 1791 iniziano delle rivolte che verranno poi ricordate con la Rivoluzione haitiana: gli insorti si battono per la libertà e l'uguaglianza, valori portati sotto i riflettori dalla Rivoluzione francese del 1789.
E' in onore di questa data, il 23 agosto, che una circolare del 28 luglio 1998 del Direttore Generale dell'UNESCO invita i Ministri della Cultura degli Stati membri dell'organizzazione a celebrare la Giornata internazionale per la commemorazione della tratta degli schiavi e la sua abolizione.
Portando il tema a cui è dedicato questo giorno al mondo dell'architettura, è importante sapere che nella storia la costruzione degli edifici è stata spesso affidata a persone costrette a lavorare in condizioni di schiavitù. Per comprendere meglio la situazione possiamo prendere in considerazione il caso del campus universitario della Virginia a Charlottesville, progettato dall'allora futuro presidente degli Stati Uniti, Thomas Jefferson. Si tratta di un complesso realizzato in stile palladiano tra il 1817 e il 1865 e, ad oggi, si stima che la costruzione sia stata opera di 4000 schiavi. Dopo aver reso noto questo numero, la cittadina ha preso una posizione in merito tramite l'avvio di un percorso per la realizzazione di un memoriale.
Il processo prende avvio nel 2010 quando l'amministrazione dell'università e gli studenti iniziano a manifestare la necessità di riportare alla luce un passato comodamente dimenticato dal campus.
Nel 2011 viene bandito il concorso d'idee per la realizzazione del memoriale in onore degli schiavi che avevano lavorato nel campus.
Nel 2016 l'incarico di progettazione e di realizzazione viene affidato a un consorzio composto dagli architetti Höweler+Yoon insieme a Mabel O. Wilson (storica dell'architettura e progettista), Gregg Bleam (architetto del paesaggio), Frank Dukes (facilitatore comunitario) ed Eto Otitigbe (artista le cui opere mirano a rendere visibile l'invisibile).
Nel 2019 il progetto viene approvato. Comincia così la sua costruzione.
Il memoriale è completato nella primavera del 2020. La cerimonia, prevista per aprile, si è svolta in maniera virtuale a causa delle condizioni pandemiche.
Il manufatto si inserisce nel parco del campus in prossimità di un percorso pedonale e si mostra con un'estrema semplicità: un doppio anello in granito grigio locale, con un camminamento centrale.
L'anello più interno serve a ricordare il passato. Si presenta come un muretto basso che contiene un rivolo d'acqua e su cui sono incisi in ordine cronologico gli eventi legati alla storia della schiavitù nel campus e nello stato della Virginia.
All'anello più esterno è affidato il compito di relazionarsi con il contesto e con le persone.
Attraverso un diametro di 24 metri si relaziona con la cupola della Rotonda realizzata da Jefferson nel campus, che presenta le stesse dimensioni.
Inoltre, il profilo superiore varia di quota fino ad abbassarsi al livello del terreno in prossimità del passaggio pedonale per permettere l'ingresso al camminamento centrale.
Meejin Yoon afferma che, con le variazioni di altezza dell'anello esterno, "il memoriale invita all'esplorazione" reale e simbolica perché si può entrare per "raggiungere e toccare ogni traccia" scalfita sulle pareti.
Sul lato interno le tracce di cui parla Yoon si mostrano come dei tagli incisi nella pietra, su alcuni dei quali si trovano 889 nomi, come gli schiavi di cui al momento si conoscono i dati anagrafici. Sono presenti moltissimi altri tagli che non sorreggono alcun nome perché la ricerca continua ancora oggi nonostante il manufatto sia costruito, ma soprattutto perché è un gesto che simboleggia la lotta alla discriminazione razziale che purtroppo continua ancora. Proprio per questo motivo i tagli liberi potrebbero ancora riempirsi di nomi del presente.
Infine, nell'anello esterno è presente il ritratto di Isabella Gibbons, schiava e poi maestra a Charlottesville, insieme a una frase a lei riconducibile:
Can we forget the crack of the whip, cowhide, whipping post, the auction-block, the hand-cuffs, the spaniels, the iron collar, the negro-trader tearing the young child from its mother's breast as a whelp from the lioness? Have we forgotten that by those horrible cruelties, hundreds of our race have been killed? No, we have note, nor ever will.
Possiamo dimenticare lo schiocco della frusta di pelle, il palo della frusta, il blocco dell'asta, le manette, gli spaniel, il collare di ferro, il mercante di neri che strappa il bambino dal seno di sua madre come un cucciolo dalla leonessa? Abbiamo dimenticato che a causa di quelle orribili crudeltà centinaia della nostra razza sono stati uccisi? No, non lo abbiamo fatto, né lo faremo mai.
Ogni elemento del manufatto contiene un significato simbolico: l'acqua rimanda ai rituali africani di liberazione; la texture del granito rappresenta la sofferenza fisica e psicologica a cui gli schiavi erano sottoposti; la forma ad anello evoca la sensazione di potersi rifugiare in un abbraccio ora quasi di consolazione per la ritrovata umanità.
E' quindi un'opera di pietra pesante come il passato, ma in lenta e continua evoluzione con il tempo perché così è il processo di riscoperta degli eventi dimenticati. Come spiega Yoon
Questo memoriale ha la responsabilità di riconoscere la storia per onorare le vite degli schiavi e ridare loro la dignità e l'umanità che gli è stata portata via dall'atto disumano della schiavitù, ma anche per essere uno spazio che riconosce che il lavoro sul problema del razzismo in America non è ancora finito.
Fonti
Sitografia:
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