Di solito si tende a pensare l’architettura come la costruzione dello spazio urbano, dell’edificio o anche degli interni. Infatti l'architettura è una disciplina molto più complessiva ed è presente in molti ambiti delle nostre vite, anche se non ne siamo del tutto consapevoli.
Il cinema è una di queste sfere in cui l’arte di proiettare gli spazi, le esperienze e le emozioni si manifesta. Aldo Rossi scrisse su uno dei suoi libri, L’Architettura della Città, che le città sono gli scenari delle nostre vite e che, soprattutto, la città viene costruita dall’architettura.
"Più che portare rappresentazioni di una realtà immaginata, l’architettura del cinema è stata estremamente efficace nel comunicare messaggi." Lineu Castello
L’architettura all’interno del cinema è un matrimonio antico e molto proficuo. Alfred Hitchcock, ad esempio, prima ancora di diventare regista, ha lavorato come scenografo durante l'espressionismo tedesco.
È difficile immaginare il cinema nel vuoto, senza uno scenario che riempia ogni trama e ci porti lontano dalla nostra realtà, immergendoci in un mondo completamente immaginario. La progettazione e costruzione dei scenari sono parte del mondo cinematografico, e la comunicazione e presentazione di questi spazi dinamici, diversi e innovativi sono raggiunte attraverso l'architettura.
L'intersezione tra cinema e architettura
Uno dei momenti di'intersezione tra cinema e architettura è, di sicuro, la costruzione del set, che consente il totale controllo delle condizioni de ripresa, eliminando le limitazioni relative al clima, all’illuminazione e ad altri fattori ambientali che possono verificarsi durante le riprese in ambienti reali.
Lo scenografo è il responsabile per capire la storia, la trama, le relazioni personali e le connessioni tra i personaggi e i luoghi a cui appartengono. Il suo lavoro è gestire la concezione artistica e visiva del film, idealizzando non solo gli scenari ma anche gli oggetti che lì sono disposti, così come i suoi colori e le sue consistenze.
Molti film sottolineano questa produzione scenica impattando lo spettatore attraverso un’esplosione di esperienze e sensazioni, immergendolo in realtà alternative come città immaginarie o apocalittiche.
Anche il mondo reale può servire come scenario
Ma non solo la creazione di uno scenario fittizio collega l’architettura al cinema, anzi, le riprese girate nello “spazio reale” sono anche molto esplorate. Registi come Roberto Rossellini, Vittorio De Sica, Luchino Visconti e Pietro Germi crearono narrazioni che mostravano la realtà dell'Italia nella seconda metà degli anni '40 presentando una visione critica del dopoguerra in Italia. I film includono opere famose come Roma, Città Aperta (1945), Ladri di biciclette (1948) di De Sica e La Terra Trema (1948) di Visconti.
"Lo spazio urbano, con le sue strade e gli edifici, era sia il sito che il veicolo che alimentava questa critica sociale." Siegfried Kracauer
Opere che ci portano ad altri mondi
Anche le visioni distopiche delle città sono parte dello spettro del ruolo dell'architettura nel cinema. Ne è un esempio il film Black Panther (2018) di Ryan Coogler, che presenta una nazione immaginaria (Wakanda), prodotto della interazione tra elementi reali, fittizi, sociali, storici e geografici. Hannah Beachler ha affermato che il paese non è futuristico, anzi, si tratta di una società che, nel 2018, ha raggiunto un livello di sviluppo superiori rispetto al resto del mondo.
“Ero tipo, okay, quanto è grande Wakanda? Qual è la popolazione? Dove si trova nel continente? Com'è la topografia?” Hannah Beachler
Vedi anche: Wakanda, un sogno afrofuturistico
Per ultimo, ma certamente non da meno, il Premio Oscar, conferito dall'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, riconosce anche il lavoro degli scenografi nel portare l’architettura dentro il mondo cinematografico attraverso il premio di Best Production Design. I criteri valutati sono: la connessione tra la storia raccontata, la visione creativa e la sua trasposizione alle scene; la massima attenzione ai dettagli delle scene, il posizionamento degli oggetti in base alla cornice del regista, la scelta corretta dei colori sia nella scenografia che nella post produzione; e l’illuminazione in armonia con tutto il resto citato.
Comments