Da sempre entusiasta delle città e delle loro storie, assai curiosa e con un grande amore per l'architettura, ho intrapreso svariati viaggi in tutto il mondo e, proprio come nel libro Le città invisibili, di Italo Calvino, ho cercato di descriverle graficamente e con dovizia di dettagli. Dopo la pandemia, privata di quei viaggi che nutrono l'anima, ho cominciato a chiedermi da dove venisse davvero l'ispirazione per progettare architetture, città e paesaggi, che sono, come sostiene Aldo Rossi, gli "scenari della nostra vita".
Secondo il significato originale in latino, inspirare suggerisce qualcosa che "soffia vita all'interno di noi", in altre parole, tutto ciò che è presente in ogni momento del nostro girovagare per il mondo, basta saper dove e come trovarlo. Nei secoli passati, questa fonte d'ispirazione veniva considerata addirittura divina. Le concezioni odierne invece non sono così ultraterrene, di fatto, gli studiosi sembrano confermare che la creatività sia comunque stimolata da fattori esterni. Si tratta quindi di una parola che si riferisce alle molteplici esperienze che abbiamo sperimentato e che, a un certo punto, quando si fa necessario, si risvegliano nella nostra mente.
Una bella idea nasce da un bagaglio di esperienze accumulate nel corso del tempo. Gli architetti e gli artisti, ad esempio, si rivolgono a fonti d'ispirazione esterne per trovare delle soluzioni per i loro progetti, che possono provenire dalla natura, dalla filosofia, dalla storia, dalla vita sociale e quotidiana o da qualsiasi altra esperienza.
Arriviamo così alla parola "riferimento". Che cos'è? Dove cercarlo? Come usarlo?
I riferimenti sono interpretazioni che provengono dal punto di vista unico che abbiamo del nostro vissuto, dai contesti che si differenziano l'uno dall'altro, dai momenti della storia, dalla cultura pop, dalle dinamiche sociali, per citarne solo alcuni.
Ciascuna creazione rappresenta l'appropriazione di un riferimento. Non si tratta però di una copia. Non saranno mai lavori uguali dal momento che lasciamo un'impronta del nostro linguaggio personale, impresso dalla regionalità, dalle credenze, dalle leggende e dalle abitudini di ogni individuo. La creatività nasce quindi dalla curiosità, dalla connessione e dalla fusione con il proprio repertorio, dallo scambio e dalla capacità di trasformare l'esistente in qualcosa di nuovo.
Personalmente, sono ispirata da qualunque forma di arte: un disegno, un dipinto, una fotografia, una canzone, un libro o un film. Saper stabilire relazioni e analogie fra il riferimento e la realtà favorisce l'interpretazione, l'osservazione dei dettagli e la capacità di creare connessioni.
Quando creiamo, lo facciamo sulla base dell'esistente, perché siamo ispirati, mettiamo alla prova e ricicliamo attraverso le relazioni perché, come dice Edson Mahfuz, "nulla viene dal nulla"[3]. L'ispirazione viene da fuori, dall'universo, dal pubblico e dal privato, ma le connessioni si creano poi all'interno della mente. In questo senso, l'ispirazione è in fondo un po' un fenomeno di natura spirituale.
[1] CALVINO, Italo. Le Città Invisibili. [2] ROSSI, Aldo. L'Architettura dell Città. [3] MAHFUZ, Edson da Cunha. Nada provém do nada. Revista Projeto, São Paulo: Arco, n. 69, p. 89-95, 1984.
Comments