Questo articolo è tratto da una ricerca di gruppo svolta per il Laboratorio di Progettazione dell'Architettura III del professore Michelangelo Pivetta all'Università degli Studi di Firenze.
Collaboratori del LPA: Giacomo Razzolini, Mattia Baldini, Mikhail Fabiani, Lapo Fuochi,
Pier Paolo Lagani, Laura Mucciolo, Vanni Renzini, Anna Chiara Zei
Autori: Niccolò Paoli, Andrea Rocchioccioli
Nota: gli autori del testo non hanno fornito le fonti delle informazioni contenute in questo articolo. Localis Blog non si responsabilizza per nessuna informazione qui contenuta. Per eventuali chiarimenti, contattare direttamente gli autori: niccolo.paoli2@stud.unifi.it e andrea.rocchiccioli@stud.unifi.it
ASSEMBLARE, MODULARE E RIVIVERE LO SPAZIO
Situato presso il Kampong Kampus di Ground Up Initiative dal Singapore Archifest del 2020, il Green Agora Pavilion si inserisce negli spazi quotidiani della comunità su scala di quartiere, mettendo in comunicazione fra loro la vita comunitaria e le esigenze della produzione agricola.
Nato come ipotesi di rigenerazione del villaggio rurale di Hainan (Cina), il progetto diviene un prototipo di infrastruttura agricola, un catalizzatore, una guida di sostenibilità verso una nuova tipologia architettonica, seguendo una visione ecologicamente sensibile del lavoro, nelle mutevoli condizioni di abitazione, lavoro, mobilità, consumi e strutture sociali.
Progettata dagli architetti di Spatial Anatomy, l'opera è estata realizzata mediante l'impiego del sistema modulare Tubelar®, sviluppato e brevettato da The Shelter Company: funziona tramite l'assemblaggio di blocchi modulari realizzati in alluminio. L'impiego del sistema ha permesso agli architetti di progettare una struttura interamente modulare, in grado di misurare lo spazio naturale circostante: questa caratteristica permette all'installazione di inserirsi all'interno della natura come uno strumento in grado di plasmare la percezione della natura stessa, misurando, ordinando, modulando uno spazio altrimenti privo di rigore, uno spazio vivo in costante mutamento.
Il Green Agora Pavilion, così, si trasforma qualitativamente da oggetto misurato a oggetto che misura, ribaltando la tradizionale percezione di oggetto materiale. L'installazione, essendo realizzata tramite l'assemblaggio di un kit di parti modulari, è completamente reversibile perché non ha alcun impatto all'interno dell'ambiente in cui viene assemblata; può essere smontata e rimontata altrove. Così facendo, è possibile restituire la natura alla natura, riportandola, dopo l'intervento umano, alla stessa condizione in cui si trovava in precedenza.
Fotografie del modello di Vanni Renzini (@vannirenzini)
Riferimenti
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