Questo articolo è tratto da una ricerca di gruppo svolta per il Laboratorio di Progettazione dell'Architettura III del professore Michelangelo Pivetta all'Università degli Studi di Firenze.
Collaboratori del LPA: Giacomo Razzolini, Mattia Baldini, Mikhail Fabiani, Lapo Fuochi,
Pier Paolo Lagani, Laura Mucciolo, Vanni Renzini, Anna Chiara Zei
Autrici: Beatrice Lo Presti, Marta Pastore
UN TAGLIO RISANATORE
Varato in Messico nel 2019, il "Programa del Mejoramento Urbano" è un progetto di opere pubbliche teso a riqualificare le aree abitate dalle fasce più vulnerabili della popolazione. Tra gli interventi promossi dal piano, fondamentalmente costituiti da opere infrastrutturali puntuali collocate in aree periferiche e degradate, spiccano i progetti del Collettivo C733. Primo tra gli interventi del gruppo è il Mercato Catarino Garza, situato nella città di Matamoros e ultimato nel 2020 dopo soli tre mesi di cantiere. Tale traguardo è raggiunto anche grazie alla scelta strategica dei progettisti di coniugare metodi costruttivi tradizionali e prefabbricazione, favorendo l'impiego di manodopera locale non specializzata per la costruzione di elementi murari in laterizio, a cui sono associate coperture leggere ed efficienti a telaio metallico. La scelta dei materiali è ulteriormente suggerita da un'attenta ricerca sul vissuto delle popolazioni locali: l'utilizzo del mattone è un elemento estremamente ricorrente nelle opere del Collettivo, in quanto considerato in grado di rispecchiare i luoghi in cui queste sorgono e generare senso di appartenenza e coesione sociale.
La matrice costruttiva e figurativa ricorrente nei vari progetti è la reiterazione di un elemento modulare. Nel mercato di Matamoros il modulo base è rappresentato da un quadrato, che ne scandisce regolarmente la pianta, delineando il perimetro murario di quaranta stand commerciali interni alla struttura. Al centro è posta una piccola "oasi", un giardino che accoglie arbusti locali irrigati dall'acqua piovana. Lo stesso modulo dimensiona le basi quadrate dei tronchi di piramide rovesciati costituenti la copertura, anch'essa formata da una serie di 16 elementi identici, ordinati e sostenuti da un telaio in metallo, la cui maglia è nuovamente dimensionata dal modulo quadrato di base.
La copertura è studiata in modo da svolgere una duplice funzione: convogliare la luce del giorno all'interno della struttura e garantire la fuoriuscita naturale dell'aria calda, al fine di climatizzare passivamente l'ambiente.
La regolarità e l'apparente semplicità della struttura, che emerge monumentale dalla periferia piatta e indistinta, unitamente all'urgenza di raggiungere con la rete di opere pubbliche territori sempre più vasti, suggerisce allo sguardo la possibilità di estendere a perdita d'occhio il modulo caratteristico della struttura. L'immagine che ne risulta evoca gli iconici collage del Monumento Continuo di Superstudio, il viadotto lineare a scala paesaggistica proiettato all'infinito e in grado di collegare tutta la Terra. A ricalcare questo stesso immaginario vi è uno dei primissimi progetti di Rem Koolhaas, fortemente influenzato dagli elaborati visionari di Superstudio. Anche Koolhaas immagina una struttura lineare, fuori scala rispetto al tessuto urbano sul quale si innesta. Exodus è il manifesto di una frattura con la città, il racconto di un esodo dalla congestione materiale e immateriale della città e della società moderne.
Anche l'ipotetica estensione lineare delle infrastrutture progettate dal Collettivo C733 rappresenta un fuori scala e una discontinuità nel tessuto urbano messicano, ma di diversa natura. Questo intervento, a differenza delle due idee progettuali citate, è fortemente legato alla concretezza del costruito, alla creazione di spazi collettivi reali in risposta a istanze sociali originate da situazioni insediative critiche. Tra esigenze alla base dell'attività progettuale del Collettivo vi è la necessità di "tagliare" la maglia di un tessuto urbano ormai troppo fitto, che non lascia spazio a connessioni che valichino la dimensione individuale dello spazio, per ridare alla collettività gli spazi sociali che non possiede più.
[La necessità di un taglio] per rigenerare frammenti di un paesaggio devastato dall'urbanesimo e dall'immaginario di una modernità malintesa. La necessità di un taglio risanatore.
Fotografie del modello di Vanni Renzini (@vannirenzini)
Riferimenti
Libri:
Chaslin François and Koolhaas, R. (2003) Architettura della Tabula Rasa: Due conversazioni con rem koolhaas, ecc. Milano: Electa.
Gargiani, R. et al. (2010) Rem Koolhaas/Oma. Roma: GLF Editori Laterza.
Gargiani, R. and Lampariello, B. (2010) Superstudio. Roma: GLF editori Laterza.
Lang, P. and Menking, W. (2003) Superstudio: Life without objects. Milano: Skira Editore.
Gargiani, R. and Lampariello, B. (2019) Il monumento continuo di superstudio: Eccesso del Razionalismo e Strategia del Rifiuto. Genova: Sagep editori.
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