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Giada Gorga

Villa Malaparte: da progetto di architettura a protagonista del cinema

Aggiornamento: 7 feb 2023


V'era a Capri, nella parte più selvaggia, più solitaria, più drammatica, in quella parte tutta volta a mezzogiorno e ad oriente, dove l'Isola da umana diventa feroce, dove la natura si esprime con una forza incomparabile, e crudele, un promontorio di straordinaria purezza di linee, avventato in mare come un artiglio di roccia. (Casa come me, Curzio Malaparte)
Villa Malaparte, Capo Massullo, Capri: vista dal mare della villa

Ecco come viene descritto da Curzio Malaparte il promontorio su cui sorge Villa Malaparte. Il progetto della casa è il risultato della volontà del proprietario, uno scrittore dalla personalità particolare e forte, tanto da portarlo a modificare i disegni originali di Adalberto Libera, l'architetto a cui nel 1938 è commissionato il lavoro.


Libera è tra i più noti architetti del razionalismo italiano e opera nella prima metà del 1900.


La prima versione del progetto vede un impianto volumetrico simile a quello finale. La differenza principale sta nella presenza di una scala interna che nella parte basamentale si unisce al corridoio per la distribuzione degli spazi, nella parte superiore resta la sola a dividere il volume del soggiorno dalla terrazza volta a monte.

Oggi vediamo un parallelepipedo che sul lato corto opposto al mare presenta una scala, ispirata alla scalinata della chiesa de L'Annunziata di Lipari, che si restringe verso il basso e che serve a collegare la terrazza che si affaccia sul mare: questo è il tratto distintivo della villa.


Villa Malaparte, Capo Massullo, Capri: particolare del muro sulla terrazza

La villa appare come una nave incastrata tra le rocce, dalla prua della quale è possibile osservare l'orizzonte infinito del mare, spezzato qua e là da bianchi faraglioni.

Il bianco è ripreso nel progetto da un muro sulla terrazza: un semicerchio che si prolunga da un lato con una parte rettilinea, la cui altezza diminuisce progressivamente quasi a scomparire all'interno del solaio.

Tutto il resto è rosso.


Si mostra come un'architettura che si inserisce con brutalità sul promontorio, ma assecondando la sua forma naturale e i suoi colori. Si viene a creare un luogo magico, che permette di contemplare l'infinito sublime.



La storia della villa Malaparte è una storia di paesaggio, architettura e letteratura, d'influenze e rapporti tra le arti e tra arte e natura.

E' anche una storia di cinema.



Il suo impianto particolare e la "profondità di sentimento" che è capace di suscitare l'hanno resa nota al mondo, anche a quello del cinema, tanto da essere scelta tra le scenografie di due film: Le Mépris (Il Disprezzo) e La Pelle.


Le Mépris, uscito nel 1963, è tratto dall'omonimo romanzo di Alberto Moravia ed è di produzione franco-italiana. Jean-Luc Godard è il regista e Brigitte Bardot e Michel Piccoli interpretano i protagonisti Emilia e Paolo.

La Pelle è del 1981 ed è tratto dal romanzo di Curzio Malaparte. Racconta la storia di una Napoli occupata alla fine della Seconda guerra mondiale. Liliana Cavani ne è la regista, Marcello Mastroianni interpreta il ruolo di Malaparte. Partecipa anche Claudia Cardinale, la quale nel 1982 vince il Nastro d'argento alla miglior attrice non protagonista.


Le Mépris, Jean-Luc Godard: immagine tratta dal film

E' Godard, però, che rende la villa una tra i protagonisti del suo film. Egli riesce, in alcune scene, a far trasparire con estrema chiarezza il rapporto che si instaura tra la villa e l'uomo e tra la villa e la natura. Già nel trailer si capisce che il regista ha ben compreso e fatto suo il senso dell'edificio che ha scelto come ambientazione del film.


Bientôt sur cet écran: la femme, l'homme, l'Italie, le cinéma (...); l'Alfa Romeo, le musical, la statue grecque, le révolter (...); la gifle, la chambre à coucher, le baiser, la salle de bain (...); le fou, la starlette, le vieil homme, la mer (...); l'escalier, la promenade, le livre, le bateau, une tragique histoire d'amour dans un décor merveilleux, les disputes, le soleil, la trahison, la mort, une merveilleuse histoire d'amour dans un décor tragique, l'amour, l'obscurité, le malentendu, la beauté fatale, fatale.
Presto su questo schermo: la donna, l'uomo, l'Italia, il cinema (...); l'Alfa Romeo, il musical, la statua greca, la rivoltella (...); lo schiaffo, la camera da letto, il bacio, il bagno (...); il folle, la starlette, il vecchio, il mare (...); la scala, la passeggiata, il libro, la nave, una tragica storia d'amore in una scenografia meravigliosa, i litigi, il sole, il tradimento, la morta, una meravigliosa storia d'amore in una scenografia tragica, l'amore, l'oscurità, il malinteso, la bellezza fatale, fatale.

Il trailer del film mostra alcune scene mentre due voci fuori campo (di un uomo e di una donna) elencano una serie di parole significative per la storia da raccontare.

Le prime quattro (la donna, l'uomo, l'Italia, il cinema) esprimono ciò che c'è di fondamentale: due personaggi in Italia raccontati dal cinema. Seguono altri oggetti, due stanze della villa, dei sentimenti contrastanti, dei gesti. Sono presenti nell'elenco due frasi simili, che introducono l'importanza dell'ambientazione, che differiscono per l'utilizzo diverso di due aggettivi, riferiti prima a una parola poi a un'altra: "una tragica storia d'amore in una scenografia meravigliosa" seguita da "una meravigliosa storia d'amore in una scenografia tragica". Termina con la parola "fatale" prima di mostrare nuovamente il titolo del film: Le Mépris (Il Disprezzo).


Un susseguirsi di elementi che sono tutti parte del film e della storia raccontata, che si svolge in un solo luogo.

Tra i protagonisti del film, quindi, non può non essere considerata la villa, meravigliosa e tragica.


Una scena rende particolarmente evidente il modo in cui la villa comunica con il paesaggio.

Emilia e Paolo sono sulla terrazza. L'uomo vuole conoscere la causa del disprezzo della donna nei suoi confronti. I due cominciano a camminare: lei nervosamente per fuggire dalle domande, lui per seguirla e ricevere risposte. Passano accanto all'unico elemento che emerge dalla terrazza, poi si dirigono verso la scala per cominciare la discesa verso il mare. Una discesa tormentata, prima veloce poi lenta fino a fermarsi, per poi riprendere lenta e terminare nel punto in cui Emilia si tuffa in acqua.


Le Mépris, Jean-Luc Godard: immagine tratta da una scena del film

La terrazza, dalla quale parte la scena, si affaccia sul mare. L'elemento che emerge è bianco, serve per proteggere la canna fumaria e allo stesso tempo per evitare sguardi indiscreti all'interno dell'abitazione. Dietro di esso, in un'altra scena del film, si stende la stessa protagonista per prendere il sole. E' l'unico elemento che spicca sulla terrazza (per volume e colore) e che permette all'uomo di relazionarsi con essa. Nel momento in cui questo viene inquadrato ecco che si vedono anche, in secondo piano, i faraglioni bianchi che emergono dal mare. Il muro entra a far parte del paesaggio, di un unico insieme di rocce che emergono da una superficie, ora quella del mare, ora quella della terrazza.


La scena procede quindi sulla scala, nominata anche dalle voci fuori campo del trailer.

Questa scala è l'edificio, è l'architettura. Essa è l'elemento che rende la terrazza una stanza a cielo aperto e che definisce la casa all'esterno nella forma e all'interno nella distribuzione degli ambienti. E' la parte che permette l'inserimento armonico e brutale della villa nel paesaggio di Capo Massullo a Capri.



Fonti

Sitografia:










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