Siamo Rita e Fernando, e la nostra storia è iniziata in Brasile, al primo anno di università di Fernando, quando Rita era la sua prof di progettazione. Il feeling è stato immediato e, da lì, siamo diventati migliori amici, partner di ricerca e, ovviamente, i creatori di Localis.
Non ci fermiamo mai. Siamo sempre in movimento. Abbiamo creato Localis perché, diciamolo, parliamo più di quanto sia umanamente possibile (altro che Sheldon Cooper!). Un giorno ci siamo chiesti: “ma perché non trasformare tutte queste conversazioni in qualcosa che possa ispirare altre persone?”. Ed è così che è nato Localis: uno spazio dove architettura, cultura pop, storia e idee un po’ folli si incontrano.
Il nostro modo di vedere il mondo è diverso. Andiamo oltre l’ovvio, colleghiamo cose che nessuno immaginerebbe di collegare. Per qualcuno può sembrare pazzia. Forse lo è. E va benissimo così. Abbiamo una sensibilità quasi ninja per scoprire quello che si nasconde dietro gli spazi e le storie, ed è questo che ci motiva a condividere prospettive che uniscono l’umano, il creativo e l’inaspettato.
E sì, siamo un po’ nerd, non lo neghiamo, ma nerd con stile! Un giorno stiamo discutendo di gargolla gotiche e profondità filosofiche, e il giorno dopo stiamo analizzando la scenografia di Wakanda o di Il Grinch.
Localis è tutto questo: uno spazio per condividere ciò che ci ispira, ciò che ci fa ridere e ciò che pensiamo meriti di essere raccontato. Che sia una teoria accademica o un tocco di cultura pop, qui ogni idea trova il suo posto. E fidatevi: sarà un viaggio divertente.
noi due
Fernando Sincero
Non mi piace semplificare l’architettura come un semplice atto di “progettare edifici”. Perché, per me, l’architettura è molto di più: è quello che succede dentro quegli spazi — le connessioni che creiamo, i ricordi che costruiamo e le emozioni che quei luoghi riescono a suscitare. Ha un potere quasi invisibile di trasformare il modo in cui viviamo, lavoriamo e ci incontriamo nel mondo.
Ho un’ossessione sana per capire come le persone vivono e percepiscono gli spazi che abitano. Questo mi ha portato a esplorare temi come l’accessibilità, la neuropsicologia e il design biofilico — sempre con un’unica domanda in mente: come possiamo progettare spazi che abbiano davvero senso per le persone?
In fondo, sono mosso dalla curiosità. Sai quel tipo di persona che deve assolutamente capire il “perché” di ogni cosa? Ecco, questo sono io. Su Localis, cerco di condividere riflessioni che mescolano conoscenze tecniche, un tocco di filosofia e uno sguardo critico per dimostrare che l’architettura può — e deve — essere accessibile ed empatica.
Ah, e sì, adoro mettere insieme argomenti improbabili. Un giorno parlo di come l’architettura si intreccia con la psicologia, e il giorno dopo esploro i set di film che hanno segnato la cultura pop. Perché l’architettura non è solo quello che vediamo; è quello che sentiamo.
E se pensi che l’architettura sia solo una questione di estetica, ti dimostrerò che è anche una questione di emozioni. Perché, alla fine, gli spazi che viviamo raccontano molto su chi siamo — e su chi vogliamo diventare.
co-fondatore, scrittore e designer
studente di architettura
firenze, italia
Rita Patron
Da sempre vedo le città come libri aperti, pieni di storie che aspettano solo di essere raccontate. Sono architetta e urbanista, con un master in Teoria e Storia dell’Architettura e un dottorato in Architettura e Urbanistica. La mia carriera mi ha portato a vivere a Barcellona, dove ho lavorato per sei anni nell’architettura di interni. Tornata in Brasile nel 2010, lascio il mio segno nel sud e sudest del paese, trasformando spazi e ispirando nuove narrazioni urbane e architettoniche.
Ah, e sono anche professoressa! Stare in aula è dove trovo lo scambio più ricco: condividere ciò che so, ma anche imparare dalle prospettive fresche dei miei studenti. Per me, insegnare architettura non è solo tecnica; è ispirare sguardi critici, coltivare la creatività e preparare le prossime generazioni a trasformare gli spazi che viviamo. Dopotutto, costruire luoghi significa anche costruire storie — ed è proprio questo che cerco di trasmettere nelle mie lezioni.
La mia curiosità e il mio amore per l’architettura mi hanno portata a esplorare tanti luoghi, ma la mia visione va oltre ciò che gli occhi possono vedere. Come in Le città invisibili di Italo Calvino, il mio sogno è raccontare le città, ma attraverso dettagli grafici, con linee e tratti che narrano storie. Perché, alla fine, l’architettura è questo: connettere luoghi con persone, passato con futuro, teoria con pratica.
E se posso darti uno spoiler su di me? Adoro condividere tutto ciò che imparo. La vita è troppo breve per tenere buone idee chiuse in un cassetto. È per questo che Localis esiste: per essere uno spazio dove impariamo, discutiamo e trasformiamo insieme.